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Il Mercoledì delle Ceneri a Sessa Aurunca
 
La preparazione alla Pasqua ed ai suoi spettacolari riti comincia già dal primo giorno di Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri, con la funzione religiosa in cui si sparge un pizzico di cenere sulla testa con il monito "Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reventeris (Ricordati uomo che sei polvere, ed in polvere ritornerai)", per poi rafforzarsi sempre più in intensità ogni venerdì di marzo ed arrivare quindi al suggello della Settimana Santa.
Dopo le feste carnascialesche del martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, la città sembra di colpo assumere un'aria di composto raccoglimento per calarsi nella scenografia del misticismo proprio del periodo preparatorio della Pasqua: la Quaresima.
Ancora oggi, per le vie del centro storico di Sessa, ma più frequentemente nei paesi agricoli del circondario, è possibile notare appeso a qualche quattrocentesco balcone o bifora, la pittoresca rappresentazione popolare della "quaresima longa e teseca".
Quest'uso trova la sua radice in un rito pagano continuato dalla cultura popolare e descritto da Virgilio nel secondo libro delle Georgiche.
Suggestiva è la descrizione che ne dà Nicola Borrelli: "Alla stecchita pupattola si pone tra le mani una conocchia (allusiva alla ordinaria occupazione delle vecchine) e dall'orlo della lunga gramaglia reso rigido da un cerchio di legno si faran pendere gli indivisibili attributi ricordanti i prescritti cibi di magro: aringhe salate, baccalà, frutta secca, lupini addolciti, ecc.. Al centro del cerchio è sospesa una arancia, il frutto del tempo, in cui sono infisse sette piume, simbolo delle sette settimane del periodo quaresimale che una per settimana saran via via tolte. Sulla strada all'esporsi della Quaresima i monelli fan gazzarra ed apostrofano il lugubre fantoccio:

Coraésema secca secca
Che se mangia pacche secche,
I' ricietti: "Rammene una"
Me schiaffai 'nu cincofrunni!
I' ricietti: "Rammene nata ..."
Me schiaffai 'na zucculata."".

Inoltre, durante il periodo quaresimale la tradizione imponeva il compiersi di alcune propiziatorie usanze: per esempio, tagliare i capelli il primo venerdì di marzo serviva a tenere lontani mal di testa e febbre per un intero anno. Nella prima domenica di Quaresima, invece, c'era l'uso di far rompere una pignatta carica di caramelle ai fanciulli per significare la definitiva chiusura dei divertimenti carnavaleschi.

Testo tratto da
P. Perrotta, La Settimana Santa a Sessa Aurunca, Ferrara, 1986
 
 


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