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Chiesa di Sant'Eustachio (detta dell'Annunziata)
 
La via Taddeo de Matricio è dominata dall'imponente chiesa dell'Annunziata. La sua fondazione, con annesso ospedale, entrato a far parte del giro delle mura cittadine del "borgo superiore", risale all'ultimo ventennio del XV secolo, ad opera della Corporazione dei conciatori di pelle e dei calzolai, che doveva godere di privilegi e rappresentatività nella città.
La traccia più consistente che rimane dell'antichità del complesso è la lastra tombale della sepoltura del governatore del ducato di Sessa, don Lope de Herrera, della seconda metà del XVI secolo, custodita nella cappella dell'Addolorata.
Nel 1577 Angelo di Paolo, cittadino sessano, istituiva in favore dell'Annunziata un Monte di Pietà, con l'elargizione di maritaggi per le "esposte" dell'annesso conservatorio.
La chiesa nel 1640 risultava di "iuspatronato" della città. In quella data il Sacco la ricorda "ornata di tre iconi di eccellente fattura, d'un meraviglioso presepio e d'una cappella dedicata all'Assunzione di Maria Vergine". Il sacro tempio, però, dovette essere riedificato verso gli inizi del XVIII secolo, dopo il terremoto del 1688, su disegno di Domenico Antonio Vaccaro e completato dal suo allievo, Giuseppe Astarita.
L'edificio sviluppa una bella facciata barocca su un duplice ordine. Il primo, caratterizzato da paraste composite, presenta tre portali in tufo, di cui il mediano è sovrastato da un timpano centinato, spezzato con oculo. L'ordine superiore ha al centro un finestrone, nelle fasce laterali sono cornici rotonde in stucco: in quella di sinistra è inserito un orologio. Conclude il tutto un timpano triangolare, affiancato da due campanili di pianta quadrata con cupolino concluso a bulbo.
L'interno, a croce greca, ha ai lati dell'ingresso acquasantiere, costituite da due grosse conchiglie, e cantoria settecentesca sopra il piano d'ingresso, sulla cui parete destra è un'iscrizione in cornice rettangolare che ricorda i lavori di restauro del 1901. L'invaso è suddiviso in tre navate da piloni con coppie di lesene e capitelli compositi che sorreggono la trabeazione.
Sugli altari in stucco della prima cappella, sia di destra che di sinistra, sono poste rispettivamente, in cone mistilinee di stucco, due tele, la Decollazione di S. Giovanni Battista, attribuita a D.A. Vaccaro (Villucci) e S. Liborio, siglata da E. D'Elia e datata 1732.
Sugli altari in marmi policromi settecenteschi dalle ampie cappelle centrali sono due dipinti dello stesso autore, Antonio Sarnelli (1760), raffiguranti S. Leone in gloria con in basso veduta della città di Sessa e l'Assunzione.
Sulla parete laterale della cappella centrale di destra è il dipinto su tavola di S. Agata, datato 1601 e attribuito a Vespasiano Friozzo (Villucci).
Al centro dell'invaso s'imposta sulla trabeazione, tramite archi binati e pennacchi, la cupola (maiolicata nell'entradosso), su tamburo con quattro finestroni decorati da cornici mistilinee in stucco.
Il vano presbiteriale, separato da quello di culto tramite un gradino, presenta ai lati due cantorie in legno dorato del Settecento e il coro in noce intagliato del XVIII secolo. Alle spalle del pregevole altare maggiore, in marmi policromi settecenteschi, è il dipinto dell'Annunciazione, firmato da Sebastiano Conca e datato 1758.
Dal presbiterio si accede nel vestibolo della sacrestia. La luce penetra abbondante dalle finestre e conferisce effetti di felice chiarità alla decorazione barocca in stucco bianco delle pareti. Il bello e sciupato pavimento maiolica, che ricopre la navata e il presbiterio, può essere riferito ai Massa.
A destra del presbiterio è l'oratorio dell'Addolorata, con volta a padiglione, decorata a rosoni e cornici mistilinee. Due finestre strombate si aprono sulla parete di destra. Sull'altare, in marmi policromi, è in una cona marmorea una Pietà. dipinto su tavola, forse della seconda metà del XV secolo. [A.M.V.].
Alla destra dell'ingresso è murata la lastra funeraria in marmo della sepoltura di Don Lope de Herrera, opera dello scultore napoletano Annibale Caccavello. In essa è raffigurato, in bassorilievo, il governatore di Sessa in armi, come si conveniva al nobile che amava presentarsi da guerriero, disposto sul fianco destro, con la guancia poggiata su uno scudo e la corrispondente mano interposta tra la guancia e lo scudo. La mano sinistra poggia sulla spada che gli cinge il fianco; ai piedi è l'elmo crestato di piume. Ai lati compare un fregio d'armi. Nella fascia inferiore della lastra è un'iscrizione in latino. [A.M.V.]

Testo tratto da
A. M. Villucci & A. M. Romano, Sessa Aurunca - un itinerario storico-artistico, Marina di Minturno (Lt), 1998
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