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Sei in: Home > Curiosità > Articoli > I restauri del "gruppo dei Misteri"
La sospensione della Processione nel XVIII° secolo
 
E’ ancora impresso nella memoria dei confratelli più anziani il ricordo di quel venerdì santo del 1967, quando la Processione dei Misteri non ebbe luogo per volontà dell’allora Vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca Mons. Vittorio Maria Costantini (che con decreto del 12 maggio 1966 commissariò le confraternite della città di Sessa Aurunca e sospese, a tempo indeterminato, la Processione del Venerdì Santo).
La processione, che aveva avuto luogo anche durante i terribili anni della seconda guerra mondiale, nonostante il rischio di bombardamenti, quell’anno non si svolse e la città, incredula e quasi in stato di guerra, era presidiata da un ingente spiegamento di forze dell’ordine, per timore di proteste popolari e tumulti.
Fortunatamente, dal 1968 la processione riprese il proprio corso e per tutti il 1967 fu  di monito per evitare di commettere gli stessi errori che avevano determinato la sospensione.
Forse, però, non tutti sanno che anche durante il XVII secolo si verificò una situazione molto simile, anche se con attori e  tempi diversi.
Esaminando il Liber Consiliorum Montis Mortuorum (libro dei Consigli del Monte dei Morti) contenente i verbali dal 1769 al 1802, si evince che dal 1771 la Processione della Passione e Morte di N.S.G.C. (Nostro Signore Gesù Cristo; così veniva chiamata la processione dei Misteri nei verbali) fu sospesa, quasi certamente a causa di degenerazioni ed abusi da parte dei confratelli.
Infatti, il Monte dei Morti, che ogni anno contribuiva alla Processione con uno stanziamento di 50 ducati per “utensili sacri, ostie ed altro”, tramite il Rettore pro tempore Giuseppe Francillo, nella riunione del 19 luglio 1771, evidenziava la necessità di utilizzare tali risorse per aumentare “i maritaggi a favore di donzelle povere” visto che “non si tiene più il peso delle Processioni dalla confrada del SS. Crocifisso sospese dal Re”.
Abusi e degenerazioni non furono l’unica causa che aveva determinato la sospensione.
Fin dal 1770, ma con particolare insistenza nel 1776, con alcuni dispacci reali fu intimato a tutte le confraternite non riconosciute (cioè non munite di regio assenso sulle regole), e fra queste anche al SS. Crocifisso, di regolarizzare la propria posizione giuridica, pena la soppressione.
La confraternita del SS. Crocifisso acquistò il regio assenso alle sue regole in data 27 aprile 1777, usufruendo della sanatoria proposta con il dispaccio reale del 28 giugno del 1776.
Ma le regole presentate al Re, e per questi al Cappellano Maggiore Mons. Carlo De Marco, furono modificate con alcuni emendamenti e fra questi in particolare quello che prevedeva che le sacre funzioni e processioni dovevano essere preventivamente autorizzate dal Re con licenza.
Nel 1779, e precisamente il 21 maggio, a circa otto anni dalla sospensione, i confratelli del Monte dei Morti si riunirono in assemblea e deliberarono di richiedere la licenza al Re per “porre di nuovo in pieno la processione della sera del Giovedì Santo della Passione e Morte di N.S.G.C.” che consideravano “cosa assai buona e divota”. Per ottenere tale licenza, l’allora rettore Girolamo Della Corte avvertì i congregati che “ci bisogna qualche spesa” e che la licenza sarebbe stata concessa solo se i confratelli “si contentano e stimano praticarsi qualche diligenza e spendersi quel che si bisogna”. Si offrì come intermediario il confratello Tommaso De Francesco, che si sarebbe recato a Napoli a proprie spese. Fu altresì deliberata una spesa complessiva di 30 ducati da dividersi equamente con il SS. Crocifisso. Il 6 giugno dello stesso anno i confratelli si riunirono di nuovo in Assemblea per sciogliere dall’incarico il confratello De Francesco ed investire il Vescovo pro tempore, Mons. Antonio II Torres, benedettino, che già doveva recarsi a Napoli per discutere col Re di una grave carestia che affliggeva Sessa Aurunca fin al dicembre dell’anno precedente (il Vescovo sarebbe morto nel mese di agosto dello stesso anno, essendo molto cagionevole di salute). I confratelli ritennero che il Vescovo, con la sua “autorità ed intelligenza”, avrebbe potuto “co’ sollecitudine ottenere la licenza”. Fu anche confermata la deliberazione del precedente consiglio in ordine alle spese necessarie.
A questo punto, nei verbali, non si rinvengono  altre informazioni sulla vicenda. Sembra però plausibile che la licenza fu concessa visto che dal 1780 il contributo che il Monte elargiva annualmente al SS. Crocifisso  tornò ad essere di 50 ducati, come prima della sospensione. Perciò dal 1780 la processione riprese il suo corso e lo fece senza ulteriori interruzioni fino al 1967, anno in cui, dopo circa 200 anni, si ebbe una nuova, ma per fortuna più breve, interruzione.

Tratto da
P. Ago, Il Confratello - notiziario dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti di Sessa Aurunca - Anno III - n. 7, Sessa Aurunca, 2004
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